E' la cellula che costituisce il comportamento di un tessuto
Parlare di catene fasciali è riduttivo. E' la cellula che costituisce il comportamento di un tessuto; inoltre, tutte le cellule sono collegate, sia fisicamente, sia da molteplici segnali (tensione, attività elettrica, ormoni, biochimica, ecc). E' l'orientamento di un gruppo di cellule (direzione, dimensione, capacità di risposta sistemica e locale, memoria, ecc) che determina lo schema di trasmissione di ogni segnale che nasce o transita. Lo studio su cadavere è condizionato dallo schema che lo studioso applica, mentre nel vivente, ci sono così tante variabili che è come volere descrivere le peculiarità dell'acqua presente in tutto il mondo, partendo dalla descrizione dell'acqua contenuta in un bicchiere. Le catene fasciali non determinano un comportamento, ma è il vivente che ne determina la forma, la funzione e la caratteristica specifica soggettiva. Immaginare l'uomo come delle catene fasciali è immaginarlo imprigionato in un predeterminismo concettuale. Un esempio è quello della pressione sanguigna (fascia liquida). Una pressione alterata di un'estremità, o da un'altra area anatomica, condizionerà tutto il sistema umano, sino alla patologia. I valori, i vettori, la velocità, lo shear stress, e altro, sono sempre soggettivi e indeterminabili.
Bordoni Bruno, DO, PT, PhD.
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