La respirazione è legata al concetto stesso della Vita. Difatti, il primo procedimento per determinare la presenza di vita in un essere consiste nell’osservare la sua funzione respiratoria. Un uomo in buona salute registra circa 24 000 cicli respiratori per giorno. Così facendo, il nostro organismo assorbe non solo dell’ossigeno e altri gas, ma anche, se si crede alle teorie orientali chiaroveggenti, il “prana” l’energia cosmica eterea. È questa energia che emana dalle mani dei guaritori e che trasmette la forza vitale e combatte la malattia.
Gli indù hanno fatto della respirazione, il “prânayama” uno degli otto pioli della scala che bisogna salire per comunicare con L’assoluto. Per praticare il prânayama, uno stato di salute che soddisfa è indispensabile. Seduti, il busto molto dritto, in un luogo calmo e molto arieggiato, lontano dai pasti, dovrete concentrare tutta la vostra attenzione sul vostro ritmo respiratorio. Porrete la vostra mano sul vostro addome, al livello dell’ombelico, e l’altra mano sul vostro petto, per poter controllare l’entrata dell’aria nella cavità addominale e toracica. Ispirate dolcemente per le narici, contando mentalmente fino a due, e provate a fare penetrare l’aria fino al punto più basso possibile, gonfiando prima la zona addominale poi la cassa toracica. Trattenete la vostra respirazione per un secondo e espirate lentamente, sempre dal naso, contando fino a quattro. Riconosco che è in principio la fase più difficile perché se inspirare sembra vitale a molti, pochi pensano ad espirare, lasciando così il gas carbonico stagnare nei polmoni. Sarete, ne sono sicuro, tentati di abbreviare questa tappa accelerando la cadenza. È anche probabile che non abbiate più aria da espellere prima di avere finito di contare. Attenzione a non costringere l’intensità né la durata dell’esercizio, ciò rischierebbe di causarvi dei leggeri malesseri, turbe visive, la respirazione deve essere una funzione naturale, così come quella dei bambini e degli animali.
La respirazione luni-solare, da narici alternate, costituisce un altro aspetto di questa tecnica. Il processo nel suo insieme resta lo stesso, ma questa volta, una sola narice sarà utilizzata per inspirare, mentre la narice opposta servirà ad espirare, tapperete alternativamente l’una o l’altra delle narici con un dito. Personalmente utilizzo la respirazione in quattro tappe che è generalmente utile nei miei lavori. Consiste nell’inalare contando lentamente fino ad otto, a trattenere il fiato contando fino a quattro, ad espirare contando quattro tempi, ed a bloccare i polmoni affinché restino vuoti, su quattro tempi anche questo.
La rapidità con la quale si conta varia secondo le persone.
È estremamente importante evitare di costringere la propria respirazione, qualunque sia il metodo scelto, perché ciò creerebbe una sensazione di capogiro o di malessere. Se la respirazione è fatta con cura, provocherà al contrario un’impressione di benessere generale, il corpo sembra vibrare tutto di potere benefico. La sensazione non può ingannare, una volta che se ne è fatta l’esperienza, ma occorre che sia provata profondamente e veramente.
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